lunedì 29 luglio 2013

Connessione tra felicità e pensiero errante


Bene, le persone vogliono molte cose dalla vita, ma credo che più di qualsiasi altra cosa, desiderino la felicità. Aristotele chiamava la felicità "il bene principale", il fine a cui tutte le altre cose sono rivolte. Secondo questa premessa, la ragione per cui vogliamo una casa spaziosa o una bella macchina o un buon lavoro non è il valore in sé e per sé di queste cose. È perché ci aspettiamo che ci rendano felici.

Ora, negli ultimi 50 anni, noi Americani abbiamo ottenuto molte delle cose che desideriamo. Siamo più ricchi. Viviamo più a lungo. Abbiamo accesso a tecnologie che solo qualche anno fa sarebbero sembrate pura fantascienza. Il paradosso della felicità è che nonostante le nostre condizioni di vita siano incredibilmente migliorate, difatto noi non siamo diventati più felici.

Forse perché queste nozioni convenzionali di progresso non hanno portato grandi benefici in termini di felicità, negli ultimi anni c'è stato un crescente interesse nella felicità in sé. Le persone discutono le cause della felicità da molto tempo, da migliaia di anni, ma pare che molti di questi dibattiti restino insoluti. Beh, come per molti altri settori della vita, credo che il metodo scientifico abbia il potenziale per risolvere la questione. Infatti, negli ultimi anni, si è sviluppata un'enorme ricerca sulla felicità. Per esempio, abbiamo imparato molto sulla sua demografia, come alcuni aspetti quali, ad esempio, il reddito, l'educazione, il genere e il matrimonio sono ad essa collegati. Ma uno dei misteri emersi è che fattori come questi non sembrano avere una forte influenza. Certo, è meglio fare più soldi piuttosto che meno, o laurearsi piuttosto che abbandonare gli studi, ma le differenze nella felicità tendono a essere piccole.

Il che lascia la questione aperta, quali sono le cause della felicità? Penso che sia una domanda a cui non abbiamo ancora dato risposta, ma credo che ci sia qualcosa per trovare una risposta ed è che la felicità ha molto a che fare con i contenuti della nostra esperienza nel tempo presente. Sembra che il modo in cui conduciamo le nostre vite, quello che facciamo, con chi siamo, cosa pensiamo abbiano una grande influenza sulla nostra felicità, e che questi stessi fattori siano difficili, se non impossibili da studiare, per gli scienziati.

Alcuni anni fa, ho scoperto un approccio per studiare la felicità delle persone momento per momento, nella quotidianità della loro esistenza su ampia scala in tutto il mondo, qualcosa che non eravamo in grado di fare prima. Si chiama trackyourhappiness.org, e utilizza l'iPhone per monitorare la felicità della gente in tempo reale. Come funziona? Praticamente mando alle persone dei segnali in momenti casuali della giornata, e faccio loro delle domande sulla loro esperienza presente vissuta appena prima il segnale. L'idea è che, se riusciamo a vedere come la felicità delle persone sale e scende nel corso della giornata, minuto per minuto in alcuni casi, e cerchiamo di capire come stanno vivendo le persone, con chi sono, cosa stanno pensando e tutti gli altri fattori che descrivono la nostra giornata, come possono essere in relazione con quei cambiamenti della felicità, allora potremmo essere in grado di scoprire alcune delle cose che hanno una grande influenza sulla felicità. Siamo stati fortunati con questo progetto, abbiamo raccolto un sacco di dati, dati che non credo siano mai stati raccolti prima, oltre 650 000 rapporti in tempo reale da oltre 15 000 persone. E non è solo vasto numero di persone, è un gruppo molto eterogeneo, persone di diversa età, dai 18 anni agli ultraottantenni, un'ampia fascia di reddito, livello di istruzione, persone che sono sposate, divorziate, vedove, ecc. Collettivamente rappresentano ognuna delle 86 categorie professionali e provengono da oltre 80 paesi.

Nel tempo che mi rimane con voi oggi vorrei parlarvi un po' di una delle aree che abbiamo indagato, ossia il pensiero errante. Come esseri umani, abbiamo questa capacità unica di vagare con le nostre menti lontano dal presente. Questo ragazzo è seduto a lavorare con il suo computer, e potrebbe essere intento a pensare alla vacanza fatta il mese scorso, a domandarsi che cosa ci sarà per cena. Forse è preoccupato di diventare calvo. (Risate) Questa capacità di focalizzare la nostra attenzione su qualcosa di diverso dal presente è veramente sorprendente. Permette di imparare, progettare e ragionare in modi che nessun'altra specie animale può fare. Eppure non è chiaro qual è il rapporto tra il nostro uso di questa abilità e la nostra felicità. Probabilmente avete sentito persone che suggeriscono di rimanere concentrati sul presente. "Essere qui ora", probabilmente l'avete sentito centinaia di volte. Forse, per essere veramente felici, abbiamo bisogno di rimanere completamente immersi e concentrati sulla nostra esperienza presente. Forse queste persone hanno ragione. Forse il pensiero errante è una brutta cosa. D'altra parte, quando la nostra mente vaga, è senza vincoli. Non possiamo cambiare la realtà fisica davanti a noi, ma possiamo andare ovunque nella nostra mente. Poiché sappiamo che la gente vuole essere felice, forse quando la nostra mente vaga, sta andando da qualche parte dove è più felice rispetto al luogo che sta lasciando. Avrebbe molto senso. In altre parole, forse i piaceri della mente ci permettono di aumentare la nostra felicità con il pensiero errante.

Beh, dato che io sono uno scienziato, vorrei cercare di risolvere questo dibattito con alcuni dati e, in particolare vorrei presentarvi alcuni dati provenienti da tre domande che chiedo con Track Your Happiness. Ricordate, questo proviene dall'esperienza momento-per-momento nella vita reale delle persone. Ci sono tre domande. La prima è una domanda sulla felicità: Come ti senti, su una scala che va da molto male a molto bene? In secondo luogo, una domanda sull'attività: Cosa stai facendo, su un elenco di 22 diverse attività comprese cose come mangiare e lavorare e guardare la TV? E infine una domanda sul pensiero errante: Stai pensando a qualcos'altro rispetto a quello che stai facendo in questo momento? Le persone potrebbero dire di no - -in altre parole, sono focalizzato solo sul mio compito -- o Sì -- sto pensando a qualcos'altro -- e l'argomento di quei pensieri è piacevole, neutro o sgradevole. Qualsiasi di tali risposte affermative sono quello che abbiamo chiamato pensiero errante.

Così che cosa abbiamo scoperto? Questo grafico mostra la felicità sull'asse verticale, e vedete quella barra che rappresenta quanto felici sono le persone quando sono focalizzate sul presente, quando non stanno vagando con i pensieri. Come potete vedere, le persone sono sostanzialmente meno felici quando le loro menti stanno vagando rispetto a quando non lo fanno. Ora si potrebbe guardare questo risultato e dire: ok, certo, in media le persone sono meno felici quando stanno vagando con la mente, ma sicuramente quando le loro menti si stanno estraniando da qualcosa che fin dall'inizio non è molto piacevole, almeno allora il pensiero errante dovrebbe fare qualcosa di buono per noi. No. Come è emerso, le persone sono meno felici quando stanno vagando con la mente non importa quello che stanno facendo. Ad esempio, alle persone non piace molto il tragitto casa-lavoro. È una delle attività meno piacevoli, eppure sono sostanzialmente più felici quando sono concentrate solo sui loro spostamenti rispetto a quando la loro mente sta pensando ad altro. È incredibile.

Come è potuto accadere? Credo che parte della ragione, una grande parte della ragione, è che, quando la nostra mente vaga, spesso pensiamo a cose sgradevoli e siamo enormemente meno felici quando lo facciamo, le nostre preoccupazioni, le nostre ansie, i nostri rimpianti, eppure quando le persone pensano a qualcosa di neutro, sono ancora molto meno felici rispetto a quando non stanno vagando con il pensiero. Anche quando stanno pensando a qualcosa di piacevole, in realtà sono solo un po' meno felici rispetto a quando non stanno vagando con i pensieri. Se il pensiero errante fosse una slot machine, sarebbe come avere la possibilità di perdere 50 dollari, 20 dollari o un dollaro. Giusto? Non ci giochereste mai. (Risate)

Così ne ho parlato, suggerendo, forse, che il pensiero errante causa infelicità, ma tutto ciò che vi ho mostrato è che queste due cose sono correlate. È possibile che sia così, ma potrebbe anche essere che quando le persone sono infelici, comincino a vagare con la mente. Forse questo è ciò che sta realmente accadendo. Come potremmo mai districarci tra queste due possibilità? Beh, un fatto da cui possiamo trarre vantaggio, penso che sarete tutti d'accordo, è che il tempo va avanti, non indietro. Giusto? La causa deve precedere l'effetto. Siamo fortunati in questi dati abbiamo molte risposte da ogni persona, e così possiamo guardare e vedere se è il pensiero errante a precedere l'infelicità, o è l'infelicità a precedere il pensiero errante per ottenere alcune informazioni sulla direzione causa-effetto. Come emerge, c'è una forte relazione tra il vagare con la mente ora ed essere infelici poco tempo dopo, coerente con l'idea che il pensiero errante causa l'infelicità delle persone. Al contrario, non vi è alcuna relazione tra l'essere infelice ora e il vagare con la mente poco tempo dopo. In altre parole, il pensiero errante molto probabilmente sembra essere un'effettiva causa e non semplicemente una conseguenza, dell'infelicità.

Pochi minuti fa, ho paragonato il pensiero errante a una slot machine con cui non vorreste mai giocare. Beh, quanto spesso le persone vagano con i loro pensieri? Ne viene fuori che lo fanno spesso. In realtà, davvero moltissimo. Per il 47% del tempo, le persone stanno pensando a qualcosa di diverso da quello che stanno facendo in quel momento. Come dipende tutto ciò da quello che la gente sta facendo? Questo dimostra il tasso di pensiero errante su 22 attività che va da un massimo di 65% -- (Risate) -- quando le persone stanno facendo la doccia, lavandosi i denti, al 50%, quando stanno lavorando, al 40% quando fanno attività sportiva, fino al valore più basso su questa barra sulla destra per cui alcuni di voi stanno probabilmente ridendo. Il 10% del tempo le menti delle persone pensano ad altro quando stanno facendo sesso. (Risate) Ma c'è qualcosa che credo sia molto interessante in questo grafico, e cioè, in sostanza, con una sola eccezione, non importa cosa la gente stia facendo, ma vaga con la mente almeno per il 30% del tempo, il che suggerisce, credo, che il pensiero errante non è poco frequente, è onnipresente. Fondamentalmente pervade tutto ciò che facciamo.

Nel mio discorso di oggi, vi ho parlato un po' del pensiero errante, una variabile che penso sia piuttosto importante nell'equazione per la felicità. La mia speranza è che con il tempo, tenendo traccia momento per momento della felicità delle persone e delle loro esperienze nella vita quotidiana, saremo in grado di scoprire molte cause importanti della felicità, e quindi, alla fine, una conoscenza scientifica della felicità ci aiuterà a creare un futuro non solo più ricco e più sano, ma anche più felice. Grazie. (Applausi) (Applausi)

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sabato 27 luglio 2013

Sofferenza ed attaccamento

In questo seminario Salvatore Brizzi condivide la sua esperienza in merito alla sofferenza ed all'attaccamento.
Interessante esperienza per chi vuole avvicinarsi al concetto buddista di imperamenza.


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